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stampano periodicamente nel paese, vi troverete davanti insieme con questo mucchio veramente enorme di carta stampata, tutto un mondo affollato e diverso di gente che in un modo o in un altro ci si muove sopra e ci vive; il nostro mondo letterario. Che non è più una categoria ristretta o appartata; è ricco di numero e d’importanza e di vita.

Poichè non si stampa soltanto, oggi, in Italia; ma si legge e, quel che più conta, si compera.

Si è parlato anche da noi di crisi libraria, che è piuttosto un fenomeno generale europeo, molto più sensibile in Francia che qui, e in ogni modo importante dal punto di vista dell’economia prima che della cultura; e anche in Italia tutti i giovani un po’ impazienti e i geni un po’ falliti si lamentano dell’ottusità del pubblico, della meschinità degli editori, della indifferenza, delle angustie di ogni genere che chiudon la strada.

In realtà, le cose son diverse. Non si dice che gli italiani abbiano per la letteratura un interesse profondo ed entusiastico; e non si vedono neanche, in Italia, quelle grandi tirature, a centinaia di migliaia di copie, che sono e sopra tutto sono state la caratteristica di certe stagioni della libreria francese e inglese negli ultimi tempi.

Ma insomma anche da noi i libri si leggono e si vendono, con una facilità ragionevole e sicura.

Le tirature non sono grandi; trecento, cinquecento copie, per un libro di novelle o di versi, costituiscono già una cifra rispettabile e mezzana. Ma i libri dei grandi scrittori si vendono a molte migliaia, anche se non siano, per il loro carattere, facili o popolari; e quando qualche cosa, anche di un giovane ignoto fino a ieri, si solleva veramente sopra il livello comune, si toc-

16. - Scritti di Renato Serra. - I.