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RINGRAZIAMENTO A UNA BALLATA DI P. FORT | 235 |
compiuto, la mattina e le città hanno raggiunto il loro destino,
(Vous restez?... Bon, moi seul, j’irai d’un pas joyeux |
con questo fracasso di persiane che sbattono giù giù lungo i muri, con questo riflesso di verde e di turchino sulla calce che dà così bene la luce fra le sei e le sette!
La passeggiata è finita, anche per me. Sento che dovrò tornarla a fare un’altra volta, passo passo, con più curiosità, con più minuzia. Ma per adesso son contento;
car, je ne sais pourquoi, mais il fait bien plaisir!
⁂
Posso aggiungere, intanto che scrivo, che ci sono parecchie altre cose nella ballata, di quelle che si vedono dopo; difetti, scarsità di linguaggio (fins et légers — Cultivez les lauriers....) su cui la prima lettura è scorsa, effetti secondi di incrocio e d’accordo che si confondono con l’impressione fantastica.... E poi c’è, intorno alla ballata, tutto un Paul Fort simile e diverso, di delizia sensitiva moltiplicata indefinitamente, e anche di malinconia più stringente, di melodia rara, di confessione e di dolcezza e di poesia sempre nuova: il Paul Fort della «folle journée», delle elegie, dei romanzi, come quello dei lieds e delle odelettes; amore e sogno e ricordo di uomo, gioia di spiritelli