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per un catalogo 99


uno sperduto figlio di Virgilio. Oggi è più debole, più vicino agli uomini e al comune. Quando mi annunziano qualche cosa di lui, io non ho nessun desiderio di accostarmi, e mi bisogna anche un certo sforzo per potere tornare al passato.

Poco ho da aggiungere di Beltramelli. Ne scrissi allora se ben ricordo, con molto interesse; quasi per far giustizia di una certa istintiva antipatia che m’aveva sempre fatto scansare da lui, e che mi pareva meno conveniente in un vicino. Io fui contento di trovar ragione di ricredermi in parte, e di sperar meglio. Credo che Beltramelli resterà sempre press’a poco così; una bella speranza mancata. Ogni uomo bennato, intendete letterato, non può gettar l’occhio sulla pagina di lui senza uno spavento che pronunzia la noia prossima e fatale; l’impressione è ingiusta, ma inevitabile. In quanto al suo scrivere, io feci male a non volerlo ricondurre al suo punto naturale d’origine; che è lo stile delle Novelle della Pescara. Ma è inutile tornarci su.

Poco dovrei avere da ritrattare nell’ultimo articolo; che fu scritto nel settembre, ed era stato pensato assai prima, proprio quando uscì quel catalogo; avrebbe dovuto essere stampato in una rivista di belle lettere e umanità, che poi non si è fatta. Questo spiega la chiusa; perchè chi aveva domandato il primo, aveva domandato anche un secondo articolo, sul Petrarca etc.; che non fu compiuto.

Ma nel frattempo di Carducci e di Croce si è parlato molto; e se volessi tener conto di tante altre e argomentazioni e questioni sorte fra via, troppo avrei da fare. Dalla polemica carducciana, per conto mio, ho cavato solo un beneficio. Dicevo, sopra, vicino al Croce, di sentire un poco di freddo; e, pensando al Carducci, dicevo il vero. Ma se penso a tutta questa gente, che non sono veramente nè carducciani, nè letterati, ma solamente invidiosi o fastidiosi, non sento più freddo; sento di loro una gran noia, e per il Croce una riverenza, piena di gratitudine e d’affetto.

Del resto io scrivo in un angolo di provincia; e molte cose non conosco. Quanto agli uomini, essi mi sono rappresentati solo da qualche pezzo di carta stampata che giunge fin qui; e secondo il fastidio di quella, li chiamo fastidiosi. Saranno poi bravissime persone.