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PER UN CATALOGO


Mi sta innanzi un libretto che ognuno dei miei lettori deve aver già veduto; è stato pubblicato da Laterza e porta il titolo: Scrittori d’Italia. Catalogo della raccolta.

Io non saprei trovare, diceva il professore Silvestro Bonnard, niuna lettura più facile, più attraente, più dolce di quella, di un catalogo: a che non si vuol soggiungere altro se non che bisogna saperla fare, codesta lettura; ciò che all’eccellente uomo troppo bene riusciva.

Ma questo non è un catalogo come tutti gli altri: esso non è destinato a illustrare punto per punto una collezione di esemplari numerati e più o meno venerabili, e invano vi si cercherebbe quell’apparato di minuta erudizione e quei particolari fra pedanteschi e famigliari, dall’incipit fino alle sorti di un’asta del 1831 e alla commossa notizia, di uno strappo o di una macchia sul frontespizio, che sogliono offrire pascolo alla fantasia modesta, dell’amatore dei libri.

Qui non è descrizione nè cronaca, ma l’annunzio e l’indicazione molto sommaria dei volumi che cominceranno a uscire fra poco.

Questa scarsità di notizie del resto è un pregio; essa dilata il campo dell’immaginativa. Inol-