95Delle cose l’eterno ordine; e novo
Ordin prescrive condannando i vieti
Dritti serbati al provvido risparmio
In macchine converso, od in fecondi
Arati campi, od in sonanti dischi 100Di moneta, che le une e gli altri agguaglia
Per l’intimo valor. A me negato
Non è ch’io sappia di godere il frutto
Di mie fatiche, e con egual vicenda
Farne ricambio di servigi alterni. 105Ora invece d’un sol, ch’io n’offra e passi,
E ne riceva qual fugace lampo,
Io coi sudati cumuli rimando
A lontana stagione il mio diritto,
Che pel volger degli anni integro dura: 110Onde novi servigi in forme nove,
Rinnovellati coll’interna tempra,
Ottenga e renda la futura etade.
Tu i maledetti cumuli disperdi;
E gli atomi leggieri all’aure in preda 115Dilegueransi; nè la magra invidia
Nell’empia guerra avrà vittoria lieta.
Chè chiuse all’uom dell’avvenir le porte,
Nel momento che fugge i suoi pensieri
Novello bruto tutti raccogliendo, 120Schermo farà coll’insaziabil gola,
Colle usanze lascive e gli ozi turpi
Contro a nove rapine e a novi insulti.
Ma dell’austera tunica vestito
Altri, avvezzo a scambiar le carte in mano, 125Le nostre leggi a carità rubelle
Grida; chè in troppo rigida bilancia
Librano il pondo dei servigi umani.
Hanno giustizia e caritade il regno