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84 sermone nono.

     Anzi che al breve e rapido baleno
     D’una gente che all’altra il passo cede.
165Alla inventrice mente de’ mortali,
     Che novi ordigni a novi usi ministra
     E non paga del bene al meglio tende,
     Chi presume segnar l’ultima meta
     Che per volger di tempo unqua non varchi?
     170Prima il sole fermar potrai col dito,
     Che l’intelletto immobile si arresti
     Entro la riga che la tua bacchetta,
     Quasi magica fosse, incider tenta.
     Ma tu mi guardi disdegnoso, e in questa
     175Sentenza lamentevole prorompi:
     O maledetto quattro volte il nome
     Di lui che primo colla ingorda voglia
     Le inanimate macchine costrinse
     A compier l’opra, che di cento e cento
     180Artigianelli poveri e felici
     Era sostegno ed unica speranza.
     A lor che giova del guadagno privi
     Il menomato prezzo della merce,
     Ch’oltre il bisogno in cumuli crescendo
     185Giace negletta, o fra le ardenti gare
     Corre a tentar la mobile fortuna
     Dell’infido mercato? E intanto lascia
     Sotto le vôlte affumicate e luride
     Per meschino salario affaticarsi
     190Mesta e confusa, smemorata e bieca
     Una livida turba, a cui l’usata
     Ora, scoccando invan, l’ora ricorda
     Del riposare intorno a picciol desco
     Golia famiglia povera e deserta?
     195Oh! come spesso al romoroso fremito
     Dell’officina, che le inchieste avanza