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le macchine. 83

     E parte intende alla ritrosa zolla,
     130E parte alle fabbrili arti ritorna.
Echeggia il suon della percossa incudine,
     S’attizza il foco al mormorar del mantice,
     Stride la sega, la tagliente forbice
     Al cardo, al fuso, alle alternate calcole
     135Il vello manda, e dal serrato pettine
     Esce il drappo gentile onde ti vesti.
     Mentre l’uno la spola agita o infila
     L’attortigliato spago entro la cruna,
     O i sovrapposti ciottoli rannoda
     140Colla inforzata calce, o il negro feltro
     In cucuzzolo volge e lo circonda
     Di piccole e soggette ali, od acconcia
     Alle scarpe le suola ed il tomaio;
     Altri le tele e i marmi avviva, o sposa
     145A morte corde armonici concenti,
     O di natura l’alte meraviglie
     Indaga e mostra, o la ragion riposta
     Onde con vario di fortuna metro
     Or la sorte dei popoli s’innalza,
     150Or nel fondo precipita. L’arcano
     Ordine delle cose in parte vedi
     A te svelato dall’eterno giro
     Delle umane vicende. A grado a grado
     Erranti e ignudi la ferina usanza
     155Lasciammo, e in nova securtà di stato
     Addotti fummo liberi ed istrutti
     Di molto vero agli avi ignoto, e ignari
     Del molto, che i tardissimi nipoti
     Delle scïenze ed arti nostre eredi
     160Apprenderanno. Dell’umana razza
     Nel processo dei secoli la vita
     Si misura, si atteggia e si trasforma,