Il doppio carco, ritornando onusta
Di doppia merce. Eguale il prezzo sia,
A quattro parti rispondendo, e quattro
Gravidi sacchi di moneta chiede, 235Ed altrettanti inutili vïaggi;
Poichè dal quarto mercatante il primo
Ebbe, ed al terzo diede, ebbe il secondo
Dal terzo, al quarto dando il pattuito
Della merce valor. Ma i conti alterni 240Col ricambio di cedole redenti
Sono ad un tratto. Per più lunga via
Svolazzano talor quelle sottili
Strisce di carta, e la diversa mèta
In diversa toccando ora, lo scambio 245Rifiutano tra loro. Un banco s’apre,
Che per equa mercede in sè le accoglie
Scomputandone il tempo; e ne ridona
Tali in lor vece, che non fan ritorno
Indarno ad esso (quando e per qual mano 250Sia) dai secreti cofani traendo
La sonante pecunia. Al ben di tutti
Sia quel banco rivolto; e i tuoi risparmi,
Ch’erran dispersi o giacciono sepolti,
A sè chiami, e li desti, e li fecondi. 255Indi nell’arche sue tanta ne serbi
Parte, che basti a soddisfare il lento
Procedere di lui, che gli rimanda
La fedel mostra, e il lucido metallo
Seco ne porta. Triplicando l’uso 260Delle mobili scritte, oltre il serbato
Grave metallo, non eccedi il varco
Che un prudente rigore assegna e tiene.
Gli accumulati avanzi a te sian legge
A moderare il computo sincero