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76 sermone ottavo.

     Il doppio carco, ritornando onusta
     Di doppia merce. Eguale il prezzo sia,
     A quattro parti rispondendo, e quattro
     Gravidi sacchi di moneta chiede,
     235Ed altrettanti inutili vïaggi;
     Poichè dal quarto mercatante il primo
     Ebbe, ed al terzo diede, ebbe il secondo
     Dal terzo, al quarto dando il pattuito
     Della merce valor. Ma i conti alterni
     240Col ricambio di cedole redenti
     Sono ad un tratto. Per più lunga via
     Svolazzano talor quelle sottili
     Strisce di carta, e la diversa mèta
     In diversa toccando ora, lo scambio
     245Rifiutano tra loro. Un banco s’apre,
     Che per equa mercede in sè le accoglie
     Scomputandone il tempo; e ne ridona
     Tali in lor vece, che non fan ritorno
     Indarno ad esso (quando e per qual mano
     250Sia) dai secreti cofani traendo
     La sonante pecunia. Al ben di tutti
     Sia quel banco rivolto; e i tuoi risparmi,
     Ch’erran dispersi o giacciono sepolti,
     A sè chiami, e li desti, e li fecondi.
255Indi nell’arche sue tanta ne serbi
     Parte, che basti a soddisfare il lento
     Procedere di lui, che gli rimanda
     La fedel mostra, e il lucido metallo
     Seco ne porta. Triplicando l’uso
     260Delle mobili scritte, oltre il serbato
     Grave metallo, non eccedi il varco
     Che un prudente rigore assegna e tiene.
     Gli accumulati avanzi a te sian legge
     A moderare il computo sincero