Colgon per essa dalle opposte parti,
Non più lontani, o mal noti od invisi,
Di conforto, di aiuto e lume privi, 30I popoli diversi. Ognuno all’opra
Intento segue il varïato influsso,
O seguir puote, che dal ciel gli piove.
Qui l’officina fervida gl’ingegni
Prepara all’uso de’ fabbrili studi 35E delle agresti cure; e più s’avviva,
Quando l’offerta sua chiuso non trovi
O angusto troppo contrastato il varco.
Là ridondan le mèssi, e del maligno
Tarlo non sono invidïato pasto; 40Mentre il commercio libero le versa
E le comparte tra la folta schiera,
Che sulla roccia sterile la marra
Non tratta no con disperata impresa,
Ma la spola, il martello, e la rodente 45Lima, e quanti altri sono industri arnesi;
Trasformando la ruvida materia,
Ch’altri le appresta, in delicate e nove
Utili fogge. Onde il servigio rende
Al servigio dell’emula contrada 50Che al vomere dischiude il seno amico,
Ed a novi servigi riconforta
Riconfortata con assidua vece.
Delle due genti se la voglia è piena
E all’opra la mercè meglio risponde, 55A che si debba omai chiaro dimostra
Esperïenza, che a ragion suggello
Eterno pone. A libertà devote,
genti, siate, od a natura oltraggio
Fate e a voi stesse, dell’error portando 60Vostro la pena. A libertà dan guerra