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68 sermone settimo.

     I campi allegri di novelle piante?
     300Ogni merce che ad altra si ragguagli
     Fa di moneta ufficio, ad egual norma
     Soggette entrambe, che il valor ne muta
     Al mutar dell’evento. Io so che l’oro
     E il fratello minor più lunga prova
     305Fan di costanza; ma per tempo e loco
     Ondeggian seguitando il lento corso
     Delle instabili vene e il vario giro
     Che le sparge d’intorno e le dirama.
     Male sognasti con eterna cifra
     310Delle cose fermare il moto eterno,
     E l’intimo valor che le superbe
     Leggi nei patti liberi delude,
     E dagli altri s’invola; e se lo sforzi,
     A me donando quel che ad altri togli,
     315Il valor no, ma la giustizia calchi.
Dove te lascio, o dispregiato rame,
     Che zoppicando vai di porta in porta
     Agli umili, minuti e bassi uffici
     Addetto? Fuggi le maggiori altezze,
     320Ai più potenti e nobili metalli
     Degnamente serbate. Ora sul volto
     Nessun ti guarda e il tuo valor non chiede.
     Ma, se ti prende del salire invidia,
     Udrai le befife delle accorte genti,
     325Che ti volgan le spalle; e colla scarsa
     Lena vinto dal peso e da vergogna,
     Qual masso che da rupe si divelga,
     Senza speranza giacerai nel fondo.