Concedete l’orecchio. In sè racchiude,
Dalla merce metallica raccolto,
La moneta quel pregio a cui misura
Dell’obbietto il valor che le risponde, 235Non già l’impressa imago e il voto nome,
Ma la finezza del metallo e il pondo
Le trasmetton l’imperio, e pazza impresa
Allora tenti che l’ingorda voglia
Il titolo ne serbi e il pondo allevii, 240O il pondo serbi con impura lega.
Coll'adultera mano un dieci togli
Al violato disco, che di cento
Pani già fece la mia mensa lieta;
E dieci pani alla delusa mensa 245Meno verranno. Dall’aperta fraude
Qual effetto procede? All’uno un tanto
Del pattuito canone si ruba;
Nell’altro è spenta la fidanza antica,
E la moneta vergine sottrae 250Dall’immondo mercato, affinchè sozza
A lui non torni. Altri ha la fibra tronca,
E mal si regge sulle incerte grucce.
Solo ne ride chi del falso conio
La tenebrosa e cupa arte trattando 255Imita le tue fraudi e i lucri avanza;
I primi lucri e brevi, chè più tardi
Dalla piena del male a forza tratto,
La improvvida mistura a te chiamando
Pagherai di tue fraudi e delle altrui 260La moltiplice pena, e niun ristoro
Le ripetute offese e i danni avranno.
Alle dolenti prove il varco infido
Schiuse colui, che a disegnare il vario
Delle cose valor simbolo fece