95Sempre sorrida desïata e cara
Ai popoli che il monte o il mar diparte:
Di nemica stagion non tema oltraggio,
E la purezza sua nelle sue parti
Integra serbi, e nella faccia impresso 100Il marchio incancellabile ne porti.
Molto tesoro acchiuda in picciol seno,
E lieve lieve e rapida si aggiri,
Quasi non vista trapassando dove
Oda richiamo. I lucidi metalli, 105Onde l’uno del Sole il lampo imita,
E l’altro piglia dalla sua sorella
La pallida bianchezza, al grande ufficio
Chiamati furo dal voler concorde
Della più antica e della nova etade. 110Al vario delle cose ordiue e pregio
Essi rispondon con diverso cerchio.
Io richiedo il tuo drappo e a render pronto
Sono il cocchio leggier che il drappo vale.
Ma tu ricerchi di novella Aracne, 115Cui giova il corso di leggiadra biga,
Il trapunto finissimo che cede
Ad esso di valore, onde il mio cocchio
Bipartito sarebbe. Il cocchio io lascio
Incontro a dieci annoverati dischi 120Di sonante metallo, e a te li sciolgo
Pel misurato drappo, e tu ne versi
Cinque, e due volte del gentil trapunto
Farai nelle vetrine avida mostra.
Se dalla mira non declina il dardo, 125Tu del raro metal, che una possanza
Maggiore acquista dalla sua rarezza,
Il verace comprendi uso. La ruota
Che cigolando s’arresta per via,