Colla mente riporti, e l’altro vedi
E palpi quasi nella tua moneta. 165Il prezzo è cosa mobil per natura;
E tanto sale più, quanto più corre
La gente dietro alla men ricca merce,
E in basso cade allor, che il chieder poco
Soverchia rende la più larga offerta. 170Il bisogno, l’affetto e la speranza
Favilla sono che le gare accende
Delle fervide piazze, ove al desio
Dell’un contrasta la ritrosa voglia
Dell’altro. Spesso l’infiacchito nerbo 175Lascia a terra cadere il pondo grave,
Se tu non freni l’importuna brama,
Perchè alle spalle mie si acconci il peso,
Che impormi tenti e ch’evitare io cerco.
Dove l’occhio non giunge il pensier vola 180Con ali impazïenti. Aura maligna
Spira alle erbette languide? La pioggia
Gli aridi campi a consolar discende
Con benefica tempra? O di lontano
S’innalza un grido, che guerra minacci? 185Salpa dal lido la straniera nave
Cogli augurati doni, o in mare affonda?
Tutto s’indaga dal pensiero accorto,
Che gli effetti probabili o sicuri
Degli eventi sinistri, o dei felici 190Argomentando, ora la man ti sforza
Alle facili offerte, ed or ti spinge
All’avide richieste. Indi la calca,
Com’onda che dal vento è combattuta,
Si commove, si avanza e si ritira. 195Quando preme l’inopia oh! come è caro
Il pan spezzato nella scarsa mensa,