95Quel che ne avanzi, e il guiderdon gli ottenga
Del bramato ricambio, e coll’alterna
Vece l’alterno desiar si appaghi.
Ma quale arcana legge il pondo libra,
Ed il corso mutabile governa 100Dell’occulto valore, onde si agguaglia
Il servigio ch’io reco e tu dispensi?
Io vo cacciando per valli e per monti,
E t’offro il pasto dell’uccisa belva;
Mentre il micidïal piombo mi appresti 105In palle minutissime converso.
L’un servigio coll’altro si riscontra,
E all’uopo nostro soccorriamo insieme.
Per l’opra che d’un giorno a fine adduci
Se una ti porgo delle quattro belve 110Che d’un sol giorno atterro, a me rivolgi
Disdegnoso le spalle; e dimezzando
Il tempo usato nel lavoro antico
Tu stesso corri a rintracciar la preda,
Che doppio arreca all’opera conforto. 115Indi l’obbietto vai quanto risparmia
A te di sforzo e di fatica; e spesso
Quanto bastommi a procacciarlo il nerbo.
Io dico spesso; chè non sempre arriva
La freccia al segno a cui libera tende 120Direttamente a voi, se per opposte
Forze non pieghi o non rallenti il corso.
Fu già costume della gente prima,
Di bisogni, di numero e di loco
E di dovizie scarsa, ad una ad una 125Le cose permutar. Noi fanciulletti,
A voler pronti e a disvolere a un tempo,
Così donammo i semplici balocchi
Per inezie novelle a noi più care.