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il valore delle cose. 49

     95Quel che ne avanzi, e il guiderdon gli ottenga
     Del bramato ricambio, e coll’alterna
     Vece l’alterno desiar si appaghi.
Ma quale arcana legge il pondo libra,
     Ed il corso mutabile governa
     100Dell’occulto valore, onde si agguaglia
     Il servigio ch’io reco e tu dispensi?
     Io vo cacciando per valli e per monti,
     E t’offro il pasto dell’uccisa belva;
     Mentre il micidïal piombo mi appresti
     105In palle minutissime converso.
     L’un servigio coll’altro si riscontra,
     E all’uopo nostro soccorriamo insieme.
     Per l’opra che d’un giorno a fine adduci
     Se una ti porgo delle quattro belve
     110Che d’un sol giorno atterro, a me rivolgi
     Disdegnoso le spalle; e dimezzando
     Il tempo usato nel lavoro antico
     Tu stesso corri a rintracciar la preda,
     Che doppio arreca all’opera conforto.
     115Indi l’obbietto vai quanto risparmia
     A te di sforzo e di fatica; e spesso
     Quanto bastommi a procacciarlo il nerbo.
     Io dico spesso; chè non sempre arriva
     La freccia al segno a cui libera tende
     120Direttamente a voi, se per opposte
     Forze non pieghi o non rallenti il corso.
Fu già costume della gente prima,
     Di bisogni, di numero e di loco
     E di dovizie scarsa, ad una ad una
     125Le cose permutar. Noi fanciulletti,
     A voler pronti e a disvolere a un tempo,
     Così donammo i semplici balocchi
     Per inezie novelle a noi più care.