A sua posta governa? — Egli non fia A te soggetto men col suo dimando, Che deluso riman finchè la mano Incauto neghi alla gentile offerta 315Nè tu la rifiutare, anzi l’accogli Con lieto viso allor che la tua vinca Di bellezza e bontade, è minor prezzo Chieda in ricambio, se minore oltraggio Ebbe dal loco o dall’ingordo fisco. 320Il proprio carco rovesciar procuri Sull’emulo vicin; ma il duro colpo Sulla merce ricade, e doppio peso Alle mie spalle, che alleviar presumi, Colla gabella e il gabelliere arrechi. 325D’invidia più che di pietade è degno Quei, che scotendo l’omero disciolto D’ogni balzello, per le rotte vie E mal secure il piede egro trascina. Tu pel sentiero facile, che appiani 330Con dispendio di tempo e di fatica, Senza sospetto mercatando vai; Ma se all’entrare dell’esterna merce Opponi insuperabile barriera, A che sudar pel migliorato calle, 335A che vegliar con numerose squadre? Il terreno s’avvalli e s’impaludi; Cessan veglie e sudori, e il vóto è pieno.