Le infide gare del serrato campo. 210Al perenne sudor forse mercede Le mal costrette piante incerta danno E scarsa e tarda? Di servile omaggio Il mio tesor non patirà l’offesa Per accattar più rugiadosi frutti 215Sotto all’estraneo cielo. In mano io prendo Infallibil bilancia e attento libro. Quanto più lieve del tuo dono chiedi, Pel dispendio minore a cui soggiaci, A me compenso, più ne calco il pondo; 220Sì che alla sorte mia la tua si adegui. Tu seguitando del felice esempio I chiari segni, la mia legge imiti. Io raddoppio il vigor, e l’incruenta Pugna s’intreccia e il vincitor dal vinto 225Mal si discerne, o vincitor ciascuno Sempre si crede perdonando al vinto. I padri nostri insanguinâr le spade Più d’una volta; al barbaro costume Succedetter le placide tariffe; 230Indi la gara di sottili astuzie Negli agitati patti, onde la fama Poi leva il grido dalle parti avverse.
Ora del vero al balenante raggio La sofistica nebbia si diradi. 235Tu del commercio libero paventi Le offerte allor, che dalle esterne mura Batter presume alle ferrate porte Che tu gli opponi, rimirando al loco Onde ti vien, più che al servigio istesso, 240Quando pur fosse desïato e caro Alla tua gente misera che priva Di facile, secura e larga vena,