Spesso negata dall’insano volgo A quanto giova e non abbaglia. Ognuno 75Un servigio a recare intenda, e cento In poco d’ora ne riceve in cambio Che gl’inutili sforzi gli risparmia, Onde in lung’ora con dispendio vano E più vana fatica avrebbe appena 80A se medesmo procacciato i dieci. E son del cambio facile strumento E necessario i prezïosi dischi Dei lucenti metalli, ove scolpito Dell’innato valore il segno vedi. 85Tu per la merce, che il valor ne agguaglia. Gli accetti, e sciogli il desïato pegno Ad altro, che alla sua volta procura Ciò che gli manchi e la sua voglia punga.
Ma dall’alpe, dal mare e dal cammino 90Lungo ed ignoto i popoli divisi All’opra loro intendon faticando; Tanto felici più, quanto più sanno Quale per essi meglio opra si accordi Colle interne potenze e cogli influssi 95Della terra e del ciel. Sovra l’ignuda Roccia disperdi l’infecondo seme, Che altrove sparso biondeggiar farebbe Di rigogliose mèssi il campo aprico. Fra le scoscese balze il vello educa 100Al gregge lieto dell’usato pasco, E col premuto latte i doni appresta Già di Pale delizia. Ama la vite L’uve gioconde maturar sul colle; Gode l’armento saltellar nel prato; 105Curvano il ramo di leggiadre piante Eletti pomi all’alito cresciuti