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28 sermone quarto.

Avido morso, e per novello prato
Di pascol novo in cerca ad ora ad ora
Il gregge tramutavasi, nè ferma
30Avea stanza il pastor. Nè l’ampio giro
Della valle e del monte ognor bastava
Al governo del gregge unica speme
E del mite pastor cura diletta,
Che del poco vivevasi contento
35Quasi solingo là dove di molte
Biade la terra, poi che il sen dischiuse
Al duro aratro, biondeggiar fu vista
Al novello cultore e a cento e a cento
Non invidi compagni, onde ciascuno
40Ebbe certa dimora e vitto certo
Entro ai confini del tracciato solco.
Degno d’invidia allor che le fabbrili
Arti cresciute i rusticali arnesi
E le semplici vesti gli apprestaro
45Ed i fidati alberghi; e al carro grave
Dischiusero un sentier facile, e novi
Gli porsero tributi, un valor novo
Alla materia dando all’uopo scarsa
Un tempo e sorda. Del civil costume
50A poco a poco intorno si diffuse
Il benefico raggio, e già le folte
Genti fra lor cogli alternati cambi
Alternano gli uffici, onde partita
Fra molti l’opra al desïar risponde
55Meglio di tutti. I villereschi borghi,
L’ampie castella e le città superbe,
Circondate di mura, indizio danno
E fede e pegno dell’eterna legge,
Onde l’umana schiatta in suo cammino,
60Di numero possente e di virtude,