Avido morso, e per novello prato Di pascol novo in cerca ad ora ad ora Il gregge tramutavasi, nè ferma 30Avea stanza il pastor. Nè l’ampio giro Della valle e del monte ognor bastava Al governo del gregge unica speme E del mite pastor cura diletta, Che del poco vivevasi contento 35Quasi solingo là dove di molte Biade la terra, poi che il sen dischiuse Al duro aratro, biondeggiar fu vista Al novello cultore e a cento e a cento Non invidi compagni, onde ciascuno 40Ebbe certa dimora e vitto certo Entro ai confini del tracciato solco. Degno d’invidia allor che le fabbrili Arti cresciute i rusticali arnesi E le semplici vesti gli apprestaro 45Ed i fidati alberghi; e al carro grave Dischiusero un sentier facile, e novi Gli porsero tributi, un valor novo Alla materia dando all’uopo scarsa Un tempo e sorda. Del civil costume 50A poco a poco intorno si diffuse Il benefico raggio, e già le folte Genti fra lor cogli alternati cambi Alternano gli uffici, onde partita Fra molti l’opra al desïar risponde 55Meglio di tutti. I villereschi borghi, L’ampie castella e le città superbe, Circondate di mura, indizio danno E fede e pegno dell’eterna legge, Onde l’umana schiatta in suo cammino, 60Di numero possente e di virtude,