O strane menti de’ mortali! Al vostro
Ardito speculare angusto è il mondo;
Che la terra ed il mar, l’etere e cento
Elementi invisibili domate; 65Ma di voi stessi qual cura vi prende?
Già la tremenda folgore s’inchina
Quasi lambendo umilïata il piede
All’uom che la scongiura, e fra le nubi
Slanciandosi rapisce una favilla 70Che mille faci tremolanti avviva,
Ed emula del Sol rende la notte.
Per l’immenso oceán ricca di vele
Scorre l’altera nave; ed alla foga
Del fremente vapor fugge la via, 75Che per terra e per mare invan divise
Remote spiagge e popoli diversi.
Voi di natura gl’intimi secreti
Indagando svelate, e di voi stessi
Avete scarsa conoscenza, al gioco 80Abbandonati della rea ventura;
Nè sopportar, nè vincere sapendo
La dura signoria che vi flagella.
Ma tutti a un tempo il natural desio
D’un ignoto piacere agita e incalza: 85Ignoto, allora che l’infermo senso
Il ben dell’intelletto a noi contenda
E la pace del core e le serene
Gioie d’un’alma a cotemplare avvezza
Quanta parte di cielo a noi sorrida, 90Se di valore e di costanza armati
Impavidi sappiam colla nemica
Sorte lottare, ed iscotendo i ceppi,
Onde lo schiavo impallidisce o freme,
Alto poggiar con liberissim’ala,