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il compianto. 211

     Ma felici non mai; chè del rimorso
     Inesorabilmente le castiga
     120L’acutissimo dardo, e, più tremenda
     Della morte, l’infamia. A questo vero,
     O gente sciocca dispettosa e dura,
     Guarda, e t’accolga Iddio nel suo perdono
     Come a te stessa andrai pace gridando,
     125E pace al mondo che sospira pace.
Oh! quante volte ripensando ai tristi
     Umani casi da vergogne mille
     Contaminati e mille, io degni estímo
     D’invidia i morti e di compianto i vivi.
     130Doloroso compianto! e pur non temo
     Che l’antico avversario al ben prevalga
     Eternamente nella lotta acerba.
     Nè fia che la diletta unica speme
     Mi lasci, e prego che le stanche menti
     135Conforti di vigor novo. Ma dove
     Di pensiero in pensiero errando il mio
     Melanconico verso mi trasporta?
     Pace agli estinti e ai vivi io dico, e parmi
     Che in buia solitudine la fioca
     140Voce non si dilegui. Abbiti pace,
     O tu che nella fredda urna riposi;
     E pace abbiate voi, quanti riscalda
     L’alma luce del Sole ad altro nati
     Che a lacerarvi e a maledirvi insieme.
     145Deh! non falli l’augurio, e le fraterne
     Ire domate nei fraterni petti,
     Benediciamo a Lui, che fra le spine
     Di pudico rossor pinge la rosa,
     E per aspro sentiero il giusto e il forte
     150Del sempiterno Amore al bacio invita.