Cerchia le trepidanti ossa sepolte 85Una votiva lagrima consoli.
Tale è l’umana razza, che gli estinti
Piange e il calice amaro appresta ai vivi
Per compiangerli poi. Così permette
Il benigno Signor nel suo secreto 90Perchè nostro intelletto in alto l’ali
Sollevi, e l’alma pel dolor temprata
Nella pugna del mal vinca secura.
Non per questo vorrai meno lodato
Di esequie ricordevoli il costume 95E l’onor de’ sepolcri; chè dal sacro
De’ tumuli silenzio esce una voce
Che parla ai vivi, e a meditar gli sforza
La vanitate dell’umana polve,
E a ripensare il verbo di Colui 100Che mai non falla. Oh! qual dolce mestizia
E puro affetto all’uom, che crede e spera
Ed ama, in cor risveglia de’ sepolcri
La vista, e come orribile si rende
A quello che d’amor privo e di fede 105E di speranza, a Dio vôlte le spalle,
Ha di sè fatto, bestemmiando, un Dio!
Che se dintorno alla funerea bara
Ascolti mormorar la pia preghiera,
S’arretra e fugge, e sull’impuro labbro, 110Avvezzo a maledire, arresta il suono
Dei sacrileghi detti, onde alla terra
E al cielo insulta. A lui plauda e compiaccia
Il servo gregge, che gli fa corona,
Adulando alle colpe fortunate, 115Finchè dal peso la bilancia vinta
Dell’eterna giustizia ne tracolli.
Fortunate talor sono le colpe