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l’osservazione. | 207 |
Sì dell’inerte fibra e della selce
Ne ritraete, che la rozza scorza
Solo vi manca e la scabrosa scheggia.
Non felici nè miseri: ma vivi
235Pur mai non siete voi, finchè in voi tace
Il raggio dell’eterëa scintilla,
Che all’intelletto guida in alto l’ali,
Ed in foco d’amor l’anima accende.
SERMONE VENTESIMOSESTO.
IL COMPIANTO.
Come le foglie inaridite a mille
Cader vediamo allor che scarsi e lenti
Dalla nebbia autunnale impallidito
Manda suoi raggi il Sol, così le umane
5Vite a mille pur cadono; chè quanto
Al mondo nacque a certa morte è dato.
Immemore di questo o paurosa
Erra la turba che superba o vile
In vane ambizïose invide cure
10Miseramente i dì consuma, e tiene
Più della bella fama il viver caro.
Chi da viltade o da superbia offeso
Non abbia il core e l’intelletto, in basso
Loco l’amore, la speranza e l’opra
15Cieco non pon, ma gli atti e le parole