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l’osservazione. 203

     95Che del tranquillo lago il seno turba,
     Perchè più folti incorrano gl’incauti
     Pesci nei lacci della tesa rete,
     Che poscia grave per la industre fraude
     Ne tragge, e nove fraudi meditando
     100Superbo va dell’agognata preda.
Dal fermento dell’invida semenza
     Che all’ombra cresce ad oscurar del giorno
     Con maligni vapori il puro raggio,
     Quale si colga avvelenato frutto
     105Lo vede il mondo, e se nol vede è cieco.
     Nasce a quell’ombra e maggior forza acquista
     A cento teste effigïato un mostro,
     Che Ipocrisia si noma, e dell’impuro
     Fiato contaminar osa le arcane
     110Volte che sacre a Dio s’ergon sublimi.
     Deh! più col lusinghier batter dell’ali
     Della solinga vergine non turbi
     Le pudiche speranze; e più non s’oda
     Di vedove spogliate o di traditi
     115Orfani il pianto. Libera e secura,
     Come l’anima détta al vero amica,
     La parola nell’anima discenda
     Interprete del ver fida e ministra.
Nelle profonde viscere la terra
     120Un cupo e tenebroso antro racchiude,
     Ove d’intorno ad infernal fucina
     Ansando, bestemmiando, infurïando
     S’affaticano spettri auguicriniti
     Ad aguzzar di doppia tempra strali.
     125Dell’uno arman la destra a chi nel sangue
     Del fratello lo bagna, e scellerato
     I moribondi gemiti ne affretta,
     E degli sguardi l’ultima scintilla,