95Che del tranquillo lago il seno turba,
Perchè più folti incorrano gl’incauti
Pesci nei lacci della tesa rete,
Che poscia grave per la industre fraude
Ne tragge, e nove fraudi meditando 100Superbo va dell’agognata preda.
Dal fermento dell’invida semenza
Che all’ombra cresce ad oscurar del giorno
Con maligni vapori il puro raggio,
Quale si colga avvelenato frutto 105Lo vede il mondo, e se nol vede è cieco.
Nasce a quell’ombra e maggior forza acquista
A cento teste effigïato un mostro,
Che Ipocrisia si noma, e dell’impuro
Fiato contaminar osa le arcane 110Volte che sacre a Dio s’ergon sublimi.
Deh! più col lusinghier batter dell’ali
Della solinga vergine non turbi
Le pudiche speranze; e più non s’oda
Di vedove spogliate o di traditi 115Orfani il pianto. Libera e secura,
Come l’anima détta al vero amica,
La parola nell’anima discenda
Interprete del ver fida e ministra.
Nelle profonde viscere la terra 120Un cupo e tenebroso antro racchiude,
Ove d’intorno ad infernal fucina
Ansando, bestemmiando, infurïando
S’affaticano spettri auguicriniti
Ad aguzzar di doppia tempra strali. 125Dell’uno arman la destra a chi nel sangue
Del fratello lo bagna, e scellerato
I moribondi gemiti ne affretta,
E degli sguardi l’ultima scintilla,