Incontro ai colpi della sorte avversa,
Che senza punta cadono qual dardo
Lieve strisciante sull’opposto scudo.
L’altra, che da lei move e a lei s’attempra. 65Con fecond’acque a ristorar si avvia
I campi adusti, ed all’infermo fianco
Nutre tra le fresch’erbe un verde letto,
E di fertili piante ombre cortesi.
Indi con nova e più robusta lena 70L’uomo ripiglia e il suo cammin raddoppia:
E dagli impacci, che dan guerra al piede,
Lo sgombra sì, ch’ora dai bronchi il purga,
Ora gli scogli dirupanti appiana,
Ora il micidïal stagno converte 75In ridente e fruttifero giardino.
Ma la purezza delle chiare fonti
Ove di belle e nove forme adorna,
Che più cara la fanno e più gentile,
Del ver la faccia limpida si specchia 80Un turpe gregge intorbidar si piace;
Sicchè dalle corrotte onde commosse,
Più che la schietta immagine, si renda
D’immagini sparute e false un vario
Confuso balenar, indi un confuso 85Aspro cozzar fra le smarrite genti.
Tu delle genti misere, che vanno
Dietro correndo alle dipinte larve.
Non ti sdegnar; ma dissipa i bugiardi
Sogni, che parlan come cosa viva 90Alla delusa e sciolta fantasia.
Lo sdegno serba (se piegar rifiuta
La cervice durissima e proterva)
A chi l’esempio, navigando in questo
Mar della vita, segue di colui,