Dal basso vaneggiar nostro lontani,
Infinge sì, che più secura appaghi
Le bramose, crudeli e sozze canne? 30Vedi qual torma livida si aggiri
Copertamente per oscure vie
Nodi tessendo avviluppati e torti;
E fuor sbucando con forbita scorza
Lascia, lambendo, luridi vestigi, 35Come lumaca che la corsa riga
Segna d’immonda bava. Oh! se la tocchi,
E da paura la disciolga il loco
Destro ed acconcio e la stagione amica,
Quale ti schizza velenosa rabbia 40Quella torma superba, avara e falsa
Sulla indifesa man, mentre la sciocca
Ciurma s’arretra o tace o il capo inchina.
Di colpe tante e di nequizie il mondo
S’attrista e duole, che il pensier rifugge 45Dal memorarne la cagion riposta,
Le palesi sembianze e i fatti acerbi.
Ma due sorgenti di perenne vena,
Religione e Civiltà, dischiuse
Sono a temprare, ad ammorzare il vampo 50Che di lutto, di stragi e di rovine
Empie la terra, ed una folta nube
Con vortici di fumo al ciel levando,
Del Sol la vista a’ riguardanti invola.
L’una correndo pel diritto rivo 55Così nova d’amor dolcezza piove
Nel recondito petto, e tal gl’ispira
Fede nel bene e nel trionfo speme,
Che le braccia a fraterni amplessi sforza:
E dell’ignoto sagrificio infonde 60Certo ristoro, e di fortezza l’arma