Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
i ritratti. | 199 |
Giù per gli occhi rivolto. Al masnadiero
Non griderai; chè un donzellin vezzoso
A te s’accosta, e dall’accesa foglia
Lento sorbendo con maestre labbra
Un nembo manda d’innocente fumo.
Non dalle frange e dai mercati arredi,
Ma dai volti t’inspira in cui natura,
Come sè stessa d’un errore accusi
E in parte emendi, ricordar si piace
Qual anima di ciuco o di men degna
Belva s’asconda sotto a quelle spoglie.
Il rapido giudizio in fallo adduce
Anco sovente. Andar colla test’alta
Un uomo vedi, e di superbia a torto
Lo noti; chè di pien meriggio pensa,
Pensa alle fasi dell’amica luna.
Così per la pietà ti discolori
Del mercatante, a cui si rompa il banco,
Onde lo credi stritolato e morto.
Inutile pietade; egli d’un salto
Balza nell’aureo cocchio, e dispettando
Sogguarda al creditor pedestre e scalzo.