Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/197


193

SERMONE VENTESIMOQUARTO.


I RITRATTI.




io poeta non son, non son pittore,
     Ma voi, che alla divina arte de’ carmi
     Consacrate l’ingegno, o alle dipinte
     Tele spirate della vita il soffio,
     5Voi qui venite; e della gente nova
     Si ritragga per voi l’immagin viva,
     Che all’occhio od al pensiero il vero parli.
Di effigïate tavole rimiro
     Dell’aule magne le pareti ingombre
     10Onde, ad un segno del maggior pianeta,
     Al popolo si fa mostra solenne.
     Ma che vi leggo? non degli avi illustri
     Le onorate sembianze e i fatti egregi.
     Ma i noti volti, che in eterno muti,
     15Quanto or loquaci per la vana istoria
     Di loro vanitade, un dì saranno.
Volgo altrove le piante, e un suono ascolto
     Che l’aure fende di lontano. Il canto
     Questo non è dell’inspirata schiera,
     20Che a magnanimi sdegni i petti accende,
     O mesta annunzi della patria i danni,
     O mesta pianga sulle sue ruine.
     Ma d’importune gazze e di civette
     Il grido sciocco e sciagurato è questo,
     25Che all’ira più che allo sbadiglio invita.
     O poeti, o pittori, a voi benigna