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192 sermone ventesimoterzo.

     Il terrore vi sparge e la sciagura? —
     130Le vite che più logore dagli anni
     O dagli stenti son, miete la morte,
     Che pei fetidi oscuri antri la falce
     Inesorabilmente intorno mena. —
     Se non ti duoli che non abbia il volgo
     135Già solo un capo e l’anima con esso
     Tramutisi per sempre, almen ne scordi
     Le fraudate mercedi e le fatiche;
     E a dramma a dramma colla mente libri
     Il pubblico tesor quanto si stremi.
140Ma dai fetidi oscuri antri s’innalza
     Un maligno vapor, che de’ superbi
     Palagi invade le ridenti sale.
     Non pur dall’alto al fondo, anco dall’imo
     Al vertice, di Dio l’ira tremenda
     145Passeggia flagellando. Il duro annunzio
     Alfin ti basti. Di orfanelli smunti
     Una squallida turba s’incammina
     Alle tue porte e batte: e tu le schiudi
     Un benefico asilo? Oh ch’io m’illudo!
     150Tu per ristoro de’ passati affanni
     Nuove feste prepari e a nuove danze
     Il piè disnodi. Sciagurato e stolto,
     Mentre de’ vivi alle miserie insulti;
     A te giova danzar con fronte allegra
     155Sulle tombe de’ morti? Io qui ti lascio.