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l’egoismo. 191

     95E pur talvolta in suon grave arieggiando
     Dirai che fuori il mondo si sbalestra
     Dai rugginosi cardini; che nova
     Arte si chiede a ricomporre il mondo;
     E che dell’arte i magici segreti
     100Il mondo ignora o non apprezza. Acceso
     Di magnanimo sdegno al ver simíle
     Una pietra recar dove s’innalzi
     Di solide colonne il fondamento
     Indi ricusi, e in un l’opra e il disegno,
     105Se il piè ti basti, ancor d’un calcio offendi.
     Alle gonfie parole, agli atti alteri
     Il volgo sciocco attonito restando,
     Dell’invida codarda avara tempra,
     Non che accusarti, sospettar pur osa.
110Molte le strade son, che ad una meta
     Aprono il varco per diverso calle;
     E chi nol sappia, alla canina bava
     Dell’uno guardi, e al miei che dolce scorre
     Dalle labbra dell’altro. Oh bei costumi,
     115Ove n’andaste dell’antica etade?
     E quando fia che a voi torni la gente,
     E in pace addormentandosi non turbi
     Con importuni moti i sonni alterni?
     Senza contrasto andar verso la china
     120L’acqua lasciate. A temerario volo
     L’estro v’accende, e di compianto degni
     Siete; o in fondo pescate, e il nome vostro,
     Il nome vostro.... ve ne scampi il cielo!
Se la fame, gl’incendi e le feroci
     125Ire non temi di corrotta plebe,
     Dimmi, il pestilenzial morbo non temi,
     Che a serpeggiar per l’itale contrade
     Spesso tornando con strage infinita