95E pur talvolta in suon grave arieggiando
Dirai che fuori il mondo si sbalestra
Dai rugginosi cardini; che nova
Arte si chiede a ricomporre il mondo;
E che dell’arte i magici segreti 100Il mondo ignora o non apprezza. Acceso
Di magnanimo sdegno al ver simíle
Una pietra recar dove s’innalzi
Di solide colonne il fondamento
Indi ricusi, e in un l’opra e il disegno, 105Se il piè ti basti, ancor d’un calcio offendi.
Alle gonfie parole, agli atti alteri
Il volgo sciocco attonito restando,
Dell’invida codarda avara tempra,
Non che accusarti, sospettar pur osa. 110Molte le strade son, che ad una meta
Aprono il varco per diverso calle;
E chi nol sappia, alla canina bava
Dell’uno guardi, e al miei che dolce scorre
Dalle labbra dell’altro. Oh bei costumi, 115Ove n’andaste dell’antica etade?
E quando fia che a voi torni la gente,
E in pace addormentandosi non turbi
Con importuni moti i sonni alterni?
Senza contrasto andar verso la china 120L’acqua lasciate. A temerario volo
L’estro v’accende, e di compianto degni
Siete; o in fondo pescate, e il nome vostro,
Il nome vostro.... ve ne scampi il cielo!
Se la fame, gl’incendi e le feroci 125Ire non temi di corrotta plebe,
Dimmi, il pestilenzial morbo non temi,
Che a serpeggiar per l’itale contrade
Spesso tornando con strage infinita