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la società educatrice | 179 |
No, che la fede ancora e la pietade
130Nei petti più che nelle bocche è viva;
Come l’opra d’amor fa manifesto,
Che i derelitti parvoli raccoglie,
Ed alla legge del Signor gli affida.
Lasciate a me venir questi fanciulli,
135Il Signor disse, ed abbracciolli, e loro
Benedicendo le sue mani impose.
SERMONE VENTESIMOSECONDO.
LA POVERA INFANZIA.
S’è ver che il mondo peggiorando invecchi,
Di chi la colpa, il danno e la vergogna?
Quale il rimedio, la speranza e l’opra?
E pur rinasce e di novelle forme
5Quasi di giorno in giorno si rinnova
L’antico mondo; e noi vinti dagli anni,
O da fortuna, andiamo a poco a poco
Cedendo il passo a’ semplici fanciulli,
Che del futuro popolo la sorte
10Avversa o lieta crescon preparando,
Quale maturi il frutto, onde si getti
In essi il seme avvelenato e guasto,
Eletto e puro, con amor nudrito
O per malizia ed ignoranza a vile
15Tenuto. Noi delle non brevi offese,
Ma degne troppo pei codardi sonni
E le non degne prove, ancora fatti