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la società educatrice 177

     Con fumanti macerie il fin ricordi.
Chi al lume di ragion si riconsiglia
     All’occulta del mal prima radice
     Intento bada, ed al soccorso pronta
     65Reca la mano; e prevenir gli giova
     Accortamente e con benigno viso,
     Più che cessar con dolorosi e tardi
     Importuni rimedi, i nuovi danni
     E le certe rovine e i fati acerbi.
     70Acceso il petto di verace zelo
     E di care speranze avvalorato
     Porge la destra all’umile caduto,
     E fuor lo traggo del fangoso letto
     Ove quasi sepolto e morto giace;
     75Col corpo no che ancor vegeta e sente,
     Ma colla mente torpida ed offesa,
     Da lungo sonno e da mendaci e bieche
     Larve travolta, del suo bene ignara
     Ed a se stessa ignota. E pure in quella
     80Torpida mente del divino fiato
     Il soffio dorme; o s’agita tra fosche
     Nebbie confuso. Se dal reo letargo
     Altri nol desti, e alla serena tempra
     Nol riconduca, e temerario sprezzi
     85L’opra di Dio, più non ardisca il nome
     Dell’eterno invocar Padre, a cui figlio,
     Figlio non è chi il fratel suo rinnega.
Ma le cresciute piante, in cui serpeggia
     Un velenoso umore, il mal piegato
     90Tronco indurando, e con tenaci barbe
     Addentro profondandosi, una tetra
     Ombra micidïal spargono intorno;
     Nè un ramo schianti, che di cento e cento
     Altri non sorga più maligna fronda.