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172 sermone ventesimo.

     Di malèfici influssi impuro nembo!
Il senno alla bontade, il sentimento
     Alla ragion si attempri, e di sincero
     30Gaudio paga sarà l’interna voglia,
     Che mai pace non ha finchè discordi
     Son nostre facultadi, onde il verace
     Apprender certo e il ben amar n’è dato.
     Di loro armonizzar maestra è l’arte,
     35Che il fanciullino per la mano piglia
     Dapprima allor che mal secure stampa
     L’orme con piede incerto, e dai soavi
     Labbri pendendo della dolce madre
     I cari vezzi e i cari baci alterna;
     40E poi che legge nel paterno volto
     Pronta degli atti suoi lode o rampogna
     Scosso al severo balenar d’un guardo,
     E confortato del benigno riso,
     Che misto a reverenza affetto ispira.
45Indi lo guida grandicello o tenta
     La compagna fedele entro le porte,
     O cedevoli troppo o troppo dure,
     De’ garruli licei guidarlo; e spesso
     N’esce intronata, intimorita e vinta,
     50Per qual colpa e di cui non dico, quando
     Pur non le fosse dell’entrar negato
     L’assenso dove della sferza al fischio,
     Rumoreggiando del polmone il mantice,
     Si travaglia a gonfiar di poco vento
     55I palloncini, che lo scarso vano
     Apprestano d’intorno e tumidetti
     Poi lanciansi a scherzare all’aure in preda.
Ma, varcato degli anni il più ridente
     Cerchio, l’amica e vigile custode
     60O attenda fuor delle loquaci scuole