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l’educazione 169

     Come il debito impone. In questo sappia
     La legge venerar, che il comun dritto,
     90Il riposato vivere e l’onesta
     Libertade assicura, onde ciascuno
     Meglio ai diversi uffici applica e intende,
     Cui diversa natura o sorte adatto
     Meglio lo rese. Da principii eterni
     95Quella norma discende, e a lei suggello
     Pone Religïon, che ai petti forza,
     Luce alle menti accresce, e tutti agguaglia
     Nell’amplesso fraterno innanzi a Lui
     Padre e Signor, che all’universo impera.
100Chi l’arco dell’ingegno al vero tende
     Badi, che la sofistica dottrina
     Non tarpi l’ali del pensier, che vola
     Del bello in cerca, e non ammorzi in core
     I generosi e miti e casti affetti,
     105Dolce delizia della vita; e badi,
     Che la focosa e indocil fantasia
     Della ragione non usurpi i dritti;
     O il sentimento senza posa e guida
     Dietro alle false immagini non corra.
110Di chimeriche larve il popol vago,
     Se del lume purissimo gl’involi
     Per noncuranza o per sospetto il raggio,
     Erra ramingo e forsennato in traccia
     Di quello, che suo ben chiama, ed in vane
     115Lusinghiere sembianze effigïato
     Una turba bugiarda gli promette.
     E quasi infermo, che nel duro letto
     Agitandosi fa la sua ferita
     Più acerba e cruda, ei s’agita, e l’interna
     120Doglia irritando, incauto e cieco grida:
     Viva la morte mia, muoia la vita!