Come il debito impone. In questo sappia
La legge venerar, che il comun dritto, 90Il riposato vivere e l’onesta
Libertade assicura, onde ciascuno
Meglio ai diversi uffici applica e intende,
Cui diversa natura o sorte adatto
Meglio lo rese. Da principii eterni 95Quella norma discende, e a lei suggello
Pone Religïon, che ai petti forza,
Luce alle menti accresce, e tutti agguaglia
Nell’amplesso fraterno innanzi a Lui
Padre e Signor, che all’universo impera. 100Chi l’arco dell’ingegno al vero tende
Badi, che la sofistica dottrina
Non tarpi l’ali del pensier, che vola
Del bello in cerca, e non ammorzi in core
I generosi e miti e casti affetti, 105Dolce delizia della vita; e badi,
Che la focosa e indocil fantasia
Della ragione non usurpi i dritti;
O il sentimento senza posa e guida
Dietro alle false immagini non corra. 110Di chimeriche larve il popol vago,
Se del lume purissimo gl’involi
Per noncuranza o per sospetto il raggio,
Erra ramingo e forsennato in traccia
Di quello, che suo ben chiama, ed in vane 115Lusinghiere sembianze effigïato
Una turba bugiarda gli promette.
E quasi infermo, che nel duro letto
Agitandosi fa la sua ferita
Più acerba e cruda, ei s’agita, e l’interna 120Doglia irritando, incauto e cieco grida:
Viva la morte mia, muoia la vita!