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la vita domestica. 165

     Ove ne chiami della patria il grido,
     E dell’oppressa umanitade il pianto.
Del consorzio civile è fondamento
     65La famiglia: per essa a noi fu dato
     Le prime respirare aure di vita,
     Le prime note modulare, i primi
     Sugger baci materni, e i primi germi
     Nutrir d’amore, di virtù, di fede.
     70Quanta dolcezza all’anima discende
     A chi ripensi con invidia al tempo,
     Che più non torna, della verde etade!
     Nè la matura o la cadente è priva
     Di veraci conforti al volgo ignoti,
     75Cui piaccia folleggiar ove di cento
     Giochi e sollazzi un alternar confuso
     Il senso illude ed affatica, e lascia
     Vôto e turbato il cor. Tacita e sola
     Donna, che vegli a studio della culla.
     80Tutta dipinta di amorosa cura,
     Sul pargolo che gli occhi al sonno chiude,
     Il guardo affisa palpitando, e quasi
     Tema turbarne il placido riposo,
     I cari baci e il dolce alito affrena;
     85Sè consolando nelle notti insonni
     Col desïoso immaginar, che sola
     Una madre conosce, intende ed ama.
Per lei di gentilezza e di onestade
     Il riposato vivere si abbella
     90Nelle stanze felici, in cui risplende
     Angiol novo di pace. Il padre antico
     Quasi degli anni e delle cure obblia
     Il grave incarco, mentre a sè d’intorno
     Saltellar vede i garruli nipoti;
     95E salutando con letizia il giorno,