Nome e sembiante ad accusar sol resta 155Della parte miglior la lunga offesa.
A questa di compianto altra succede
Scena di sprezzo degna, ove del puro
Aere si offusca il lucido sereno
Dall’aleggiar che torbido e frequente 160Fanno scorrette ed avide farfalle;
Mentre di fiore in fior volando i casti
Ne rapiscon profumi, onde schernite.
E del nativo onor povere e ignude
Languon le foglie sul piegato stelo. 165Tempo fu già che ad opere gagliarde
La balda gioventù crescea ne’ campi
Aspri perigli a disfidare avvezza.
E l’ardito garzon più forte in petto
S’accendeva alle imprese alte e leggiadre 170Quando in cor gli siedea l’immagin viva
Dell’adorata vergine, che i primi
Gl’infuse e gli donò sensi d’amore.
Or nelle piume morbide si cerca
Novella fama ai duri padri ignota, 175Che nell’armi sudaro, ignota ai tardi
Mansueti nepoti, a cui di pace
Gli studi e le laudate opre fur care:
Sì che deposta la fierezza antica
Sorgesse a nova civiltade il mondo. 180Se agli atti guardi e ai portamenti, oh! quali
Uomini no, ma vili femminelle,
A noi procaccia il languido costume,
Che di squisita gentilezza il vanto
Usurpa e morta dalla sciocca gente. 185Quando alla patria accresceran decoro
E potenza ed imperio i ben provati
Fra le tozze ed i giochi incliti figli,