E lunga esperïenza si suggella.
O di zucche vuote, o sol del vento piene
Di lambiccati e frivoli sistemi,
A che sull’ali del pensier volate 65Dietro l’infido balenar di un raggio
Di novitade, che a novelle brame
Gl’irrequïeti popoli ridesta?
Ed a più ardite prove apre la via,
Sì che crollando la superba mole 70Degli ordini vetusti infranta cada? —
Oh! sapïenza, che (se al detto credi)
Salvar presume la sdruscita barca
Mentre le aggrava più l’infermo fianco;
Talchè in fondo precipiti dell’acque. 75Chi dalle viete usanze o dalla norma
Mutabile de’ casi, o da segreto
Studio di parte il suo consiglio prende,
Al lume di ragione il guardo chiude.
Spesso il pubblico ben vanta chi cela 80Ben altro in petto, e con accorti giri,
All’ombra delle leggi, a poco a poco
La cieca moltitudine dispoglia.
Altri le turbe, invidïando, incalza
A ristorarsi delle lunghe offese, 85Quasi carpendo le carpite prede.
Dal fondamento tremano commossi
Del consorzio civile i primi e veri
Saldi sostegni; e di cui fia la colpa?
Non già di chi la voce nel deserto 90Per lunga etade al vento disperdeva,
Questi spregiati moniti dettando:
Nasce l’uomo al lavor come l’uccello
Al volo nasce; è stimolo il bisogno,
E degno premio il godimento certo,