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l’economia sociale. 11

     Una immota caligine profonda,
     In suo secreto gongolando coglie
     Frutti non tocchi, e altrui serba le fronde.
30Già de’ sofisti la mendace scuola,
     Fantasticando colla mente inferma,
     Su cardini librar novi presume,
     E a nove seste ricomporre il mondo;
     Onde alla plebe povera e delusa
     35Il dinegato farmaco prepari
     Che da lunga stagione attende e spera:
     E la sentenza tua, quasi nemica
     E ad ogni senso di pietà restia,
     Accusa e danna con maligno riso;
     40Poichè a giustizia e a libertà divoto
     Serbarne intendi invïolato il dritto;
     E i pazzi sogni e le lusinghe false
     Ed i conati miseri sprezzando,
     In esse poni la speranza cara,
     45Che poi di bella carità si adempia.
Ma di più antica e livida congrega,
     Che in basse note mormorando anela
     Ai facili guadagni, e in un contende
     Agli altri il passo nel serrato campo,
     50Udrai di nove e flebili querele
     Intronarti gli orecchi. A un lieve soffio,
     Che del ramo spiccar l’aride foglie
     Appena accenni, pallida e tremante
     O accesa in volto di fallace zelo
     55Accorre e grida All’arme, all’arme, all’arme,
     Per la difesa delle patrie leggi
     E per l’augusta maestà degli avi,
     A cui guerra s’indice incauta od empia
     Dai cervellini torbidi, e digiuni
     60Del senno nostro, che di senno antico