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la beneficenza. 143

     265Perchè agli usi moltiplici si porga
     Atto dell’arti varïate o nove,
     Che la novella età trovi o migliori.
     Tale ne resti mònito scolpito
     Nella mente che saggia i temerari
     270Sprezza, e rifugge dagli opposti estremi.
     Per rispetto del bene il mal conserva
     L’indurata cervice; e il pazzo ingegno
     Per vaghezza del meglio il ben distrugge.




SERMONE DECIMOQUINTO.


LA SOCIETÀ.




Figli d’un padre noi, noi di natura
     Ad egual legge nati, a un sol rivolti
     Irrevocabil fine, oh qual diversa
     Sorte governa! Fra le aurate pompe
     5Questi grandeggia e d’un superbo sguardo
     Appena degna chi nel fango giace.
     Par che di rose all’un tutto s’infiori
     Il cammin della vita, e all’altro il piede
     Sovra i pungenti triboli vacilli,
     10Orme lasciando del suo sangue intrise.
È cieco fato o provido consiglio,
     Che le dovizie, la possanza e gli agi
     Con norme inegualissime dispensa
     All’umana famiglia, in cento parti