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142 sermone decimoquarto.

     Come più adatto sia, ciascuno intenda;
     E tale intreccio alle disposte fila
     Si dia, che per interno ordine il moto
     Impresso al centro (ove con nodo industre
     235Mettano capo) si propaghi intorno
     Diversamente per diversi giri.
Qual di privato o pubblico ministro
     Meglio convenga a riparare i colpi,
     Onde siam tratti a lagrime fraterne,
     240Pur da questo ne appar, che l’uno stende
     O più larga la mano apre o ritira
     Come venga, s’accresca o l’uopo cessi.
     Quasi coperto di un incerto velo
     Il pungolo mantien che si rintuzza
     245Per soverchia fidanza. Ad amoroso
     Atto chinato dell’amore infonde
     La dolcezza ineffabile e segreta,
     Che a sopportare e a benedire insegna
     Anco la prova del dolore. A tanto
     250L’altro non basta, ed a contrario effetto
     Spesso conduce. Intempestivo o tardo,
     Largo ritroso, prolungato o manco,
     Viene, si arretra, intorpidisce o sfugge,
     Più che dal vôto cor dura prendendo
     255Dai misurati calcoli ragione.
     Indi si avviva la bugiarda speme
     Colla baldanza del sognato dritto,
     Che l’inerzia blandisce e l’odio alluma.
Non io vorrò, che ai pubblici statuti,
     260Pegno e memoria di pietade antica,
     Indicasi la guerra. Il tempo copre
     E con rodente ruggine consuma
     Il duro ferro, se pulito e terso
     Nol tieni con industre attenta cura;