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SERMONE SECONDO.


L’ECONOMIA SOCIALE.




Forse m’accingo a temeraria impresa,
     Col fioco verso ricordando in parte
     Quale dall’economica sentenza
     Vero discenda a far chiaro alle genti
     5Come nasca, s’accresca, e si propaghi
     Quella fonte gentil, che di ricchezza
     Il nome s’ebbe. Da quel nome sorse,
     D’invidia obbietto e di rampogne amare
     E di cupide voglie e fatti acerbi,
     10Tale un error, che all’intelletto offesa
     Recò più volte nelle dotte carte,
     Ove l’ordine arcano a noi riveli,
     Che la divina Provvidenza impose
     All’alternar delle fatiche umane;
     15Sì che l’opra de’ singoli risponda
     Al ben di tutti. Dell’ignaro volgo
     Le voci note indarno a sensi novi
     Volger presumi allor che delle cose,
     Che anco del volgo pungono il desio,
     20Onde la lingua al favellare è pronta,
     La riposta cagione e il vario intreccio
     E gli effetti mirabili discopri
     A servigio comune. All’arduo tema
     Del tuo volume fuggono le incerte
     25Timide schiere; e la maligna turba,
     Cui giova più della volubil nebbia