La benefica stilla e la corrente
Limpida vena, sì che il verde prato
E il pingue cólto ne sorride, e lieto
Il variopinto margine si abbella. 10Tale in sembianza alle ingannate menti
O ingannatrici appar l’arte infinita
Dello smungere i popoli maestra.
Cogli effluvi, che intorno in parti mille
Dalle fortune singole delibi, 15Miracol novo, il sempiterno rivo
Della fortuna pubblica ristori,
Alimenti e propaghi; e in mille parti
L’adduci intorno serpeggiando, e avvivi
Dell’arti la moltiplice semenza. 20Ma dimmi, o che la tua vista si appanni
Per caligine densa, o che l’altrui
Deluder tenti con dipinto vetro,
Se da celeste vampa inaridite
Languon l’erbette tenere, cui manca 25Il vital succo di materna gleba;
Dimmi, che giova se il perduto umore,
Che al gioco avanzi di mutabil vento,
Nè per l’etere vano si disperda,
L’avara pioggia e tarda in parte renda? 30Poni, che cento e cento aurati nummi
Di fabbrili a dotare ordigni io serbi
L’officina, che langue inerte e muta;
Od a solcar delle infeconde zolle
Con vomere potente il sen ritroso. 35Tu del riposto cofano mi sforzi
Sino il fondo a toccare e cento e cento
Aurati nummi liberal presumi
Indi partir fra le diverse schiere.
Ma non intendi a qual patto si mostri