Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/120

116 sermone decimosecondo.

     Al volo appresta l’ali; e in cento lidi
     Ad ogni cenno suo fidi seguaci
     E provvidi ministri in guardia stanno
     90Intenti e pronti dalle usanze note
     Norma prendendo facile, che torna
     A servigio maggior della mercede,
     Che bieco in atto e mormorando rendi.
Più veggente di lui, che alle infinite
     95Delle cose sembianze ad una ad una
     Visibili e future il guardo affisa,
     Forse ti credi, o reggitor sovrano
     Che le sorti de’ popoli governi,
     Volgendo al peggio con diverso intento?
     100Più possente di lui, che il mondo abbraccia,
     O di lui più felice, agile e destro,
     Che dall’antica esperïenza apprese
     A sceglier luogo, tempo, ordine e modo
     Agli utili ricambi, onde a se giova
     105Altrui giovando? Libere le penne
     Gli lascia; e ovunque le sue grazie spande.
Ma tu col lampo del severo ciglio
     A mezzo tronchi l’umile preghiera,
     Con note irrevocabili segnando
     110La tua sentenza. Il misero raccolto
     Non esca fuor della serrata cerchia;
     E a sè richiami quel che ad altri avanza,
     Onde la plebe scarna si pasturi
     Del necessario pan. Mutano i saggi
     115Col mutare del tempo i lor consigli:
     E al ritornar della stagione amica
     Per me le biade traboccanti e gonfie
     Avranno nell’uscire il varco aperto,
     E chiuso nell’entrar. Dalla pasciuta
     120Plebe rimovo, e dal cultore industre