Al volo appresta l’ali; e in cento lidi
Ad ogni cenno suo fidi seguaci
E provvidi ministri in guardia stanno 90Intenti e pronti dalle usanze note
Norma prendendo facile, che torna
A servigio maggior della mercede,
Che bieco in atto e mormorando rendi.
Più veggente di lui, che alle infinite 95Delle cose sembianze ad una ad una
Visibili e future il guardo affisa,
Forse ti credi, o reggitor sovrano
Che le sorti de’ popoli governi,
Volgendo al peggio con diverso intento? 100Più possente di lui, che il mondo abbraccia,
O di lui più felice, agile e destro,
Che dall’antica esperïenza apprese
A sceglier luogo, tempo, ordine e modo
Agli utili ricambi, onde a se giova 105Altrui giovando? Libere le penne
Gli lascia; e ovunque le sue grazie spande.
Ma tu col lampo del severo ciglio
A mezzo tronchi l’umile preghiera,
Con note irrevocabili segnando 110La tua sentenza. Il misero raccolto
Non esca fuor della serrata cerchia;
E a sè richiami quel che ad altri avanza,
Onde la plebe scarna si pasturi
Del necessario pan. Mutano i saggi 115Col mutare del tempo i lor consigli:
E al ritornar della stagione amica
Per me le biade traboccanti e gonfie
Avranno nell’uscire il varco aperto,
E chiuso nell’entrar. Dalla pasciuta 120Plebe rimovo, e dal cultore industre