Tu le imprometti il desïato acquisto, 20Salutando con giubilo segreto
L’ora che rapidissima si avanzi,
E te con voci di letizia piene,
Più che amico e signore, inclito padre
Dell’affamato popolo saluti. 25Di chi l’inganna o lo vezzeggia è il mondo,
E gli errori ne adula, anzi le colpe.
A te non venga la parola acerba,
Che delle cose all’apparenza guardi,
E seguitando quel che gli altri fanno 30Fidatamente vai per la tua via.
Il facile pendío spesso ti nega
Lo sdrucciolante piè fermare a mezzo
Del corso, e giù precipiti nel fondo.
Altri travolti giù precipitaro, 35Ed altri giù cadran precipitando;
Chè a ludibrio de’ venti i suoi decreti
La istoria vana nella polve scrive.
Alla luce del ver, che ti baleni
Nell’intelletto ancor, si addensa intorno 40Improvvisa caligine, che s’alza
Dal profondo del cor, quando si turba
E trema alle commosse aure dal grido
Di lurida fremente e pazza plebe.
Ma della plebe stolida ti lagni 45Indarno allora, e a te medesmo rechi
Tardi la colpa del negato uffizio
A vincerne l’insania e le mendaci
Torbide larve a discacciarne in bando.
Vedesti il meglio, e al peggio ognor ti appigli: 50Ed al baglior di una speranza infida,
Che qual lampo dileguasi, succede
Più cupa tenebrosa orrida notte,