In fine il mezzo con amaro inganno, 75Eccitando l’improvido consumo
Colla promessa di futura merce;
O incautamente, a prevenire intesa
Gli errori del cammin, tronca la via,
Il pensiero, l’affetto e la speranza. 80A fido specchio il ver si raffigura,
Se in lui ti affisi e ben ti riconsigli,
Mentre la mente ancora incerta pende
Fra quel che nuoca o giovi. Arduo problema
E strano e indissolubile rinnovi, 85Se in due bilance l’utile librando,
Dall’apparenza vana delle cose
Indótto più che dall’occulta legge,
Condanni e assolvi con giudizi torti,
Ad onestà recando indegni sfregi. 90Il ventoso signor, che in poche lune
Converte il censo degl’industri padri
In fragorose danze e in laute cene,
Se di austero censore il biasmo merta,
E una cupa voragine dischiude 95A se medesmo e vi si getta in fondo;
Dimmi se merti ancor, quasi novello
Curzio devoto alla comun salvezza,
Il plauso avaro delle turbe insane?
Dunque, se credi alle festose turbe, 100Quello che nuoce all’uno a tutti giova,
Purchè il senno dileguisi col vento?
Oh gentile miracolo, che novo
Non è, quantunque a meraviglia inviti
Col fugace bagliore! In pioggia d’oro 105Vedi a terra cader dall’aure assorto
Il fulgido tesor non più d’invidia
Obbietto no, ma di speranze allegre.