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il lusso. 107

     In fine il mezzo con amaro inganno,
     75Eccitando l’improvido consumo
     Colla promessa di futura merce;
     O incautamente, a prevenire intesa
     Gli errori del cammin, tronca la via,
     Il pensiero, l’affetto e la speranza.
80A fido specchio il ver si raffigura,
     Se in lui ti affisi e ben ti riconsigli,
     Mentre la mente ancora incerta pende
     Fra quel che nuoca o giovi. Arduo problema
     E strano e indissolubile rinnovi,
     85Se in due bilance l’utile librando,
     Dall’apparenza vana delle cose
     Indótto più che dall’occulta legge,
     Condanni e assolvi con giudizi torti,
     Ad onestà recando indegni sfregi.
     90Il ventoso signor, che in poche lune
     Converte il censo degl’industri padri
     In fragorose danze e in laute cene,
     Se di austero censore il biasmo merta,
     E una cupa voragine dischiude
     95A se medesmo e vi si getta in fondo;
     Dimmi se merti ancor, quasi novello
     Curzio devoto alla comun salvezza,
     Il plauso avaro delle turbe insane?
     Dunque, se credi alle festose turbe,
     100Quello che nuoce all’uno a tutti giova,
     Purchè il senno dileguisi col vento?
Oh gentile miracolo, che novo
     Non è, quantunque a meraviglia inviti
     Col fugace bagliore! In pioggia d’oro
     105Vedi a terra cader dall’aure assorto
     Il fulgido tesor non più d’invidia
     Obbietto no, ma di speranze allegre.