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104 | sermone decimo. |
Del magisterio al compartito ufficio?
Quale il rischio e l’evento? In procelloso
Mare dall’onde lacerata i fianchi,
Di ricche merci già gravidi e carchi,
405La nave affonda; e tu godi securo,
Vagando per la placida laguna,
I pesciolini richiamar coll’amo.
Di cinque legni, all’impeto de’ venti
In preda, un solo al desiato porto
410Toccando, avrà de’ cinque intero il premio.
Tu guardi all’uno con invidia, e i quattro
Sprofondati nel mar più non rammenti.
Così l’incauto giocator le ciglia
Alle vittorie inarca, e i vinti obblia.
415Per pochi che toccarono la cima
Dell’arte, mille giacciono nel fondo.
Ma i glorïosi e fulgidi trofei
De’ pochi abbaglian sì, che un novo gregge
Corre, e cadendo nella polve resta.
SERMONE DECIMOPRIMO.
IL LUSSO.
Rida a sua posta ognun perch’io ragiono
Di salari, di prezzi e di consumi
Col novo stile, onde parrà che sogni
Sparger di fiori un arido terreno,
5Che forse ingombro di più dense spine.