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il salario. 103

     Col piè calcando i popoli soggetti.
     So che a maturo e provvido consiglio
     La buona elezïon nostra risponde,
     370Di lunga esperïenza e tardo senno
     Frutto raro e felice, onde contendi
     I primi germi alla negletta plebe:
     So che agli ameni studi e alle severe
     Dottrine un tempio venerando è sacro,
     375A pochi eletti spiriti serbato;
     Ma qui non vedo sacra all’arti un’ara,
     A cui movendo in folla e gareggiando
     S’inchini all’arti il popolo devoto.
Del salario cercando e del profitto
     380La ragione, la legge e la ventura,
     La mente curïosa ancor ne cerca
     La discrepanza, che nel tempo e loco
     Stesso divider par gli ordini vari
     Del socïal convitto insiem congiunti
     385Da reconditi nodi, eterni e stretti.
     La fatica, lo studio ed il periglio
     Egual non è nelle diverse imprese;
     E l’inegual compenso i gradi adegua
     Del sacrificio sì, ch’altri nol fugga
     390Sdegnato e stanco dell’ingiusta pena.
     È facile il lavoro, ingrato o duro;
     DI scherno obbietto o d’onoranza segno?
     Lungo è lo studio, e per molt’anni macro
     Fa il suo cultore, che l’incerta palma
     395Da sè lontana sospirando vede?
     La stagione volubile o la moda
     Fa di mano cader di tempo in tempo
     Il martello, la spola e l’ago industre?
     Integra fe, tanto nel mondo rara,
     400A te sì chiede, o l’eccellenza basta