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404 | NOTA AI GUINIGI |
tecarlo, Castilioni, Camaiore & a quell’officii che fussero potere fare nè ordinare male; et penso che faccendo questo, Lucca viverà in pacie tra noi & nostri suditi.
Ancho mi pare che per li piati & questioni che tra i ciptadini sono occorsi & continuamente ocoreno, ànno generato o generano odio & nimistà, & però è bene che quelli piaiti, li quali non bene chiari per l’una parte & per l’altra mostrare si puonno, che sopra tali piati & quistioni si eleggano alcuni, i quali quelli metta in concordia; non dico però che tali electi abbiano piena balia di terminarli, ma siano homini quasi di mezzo a temperare le furie e le voluntà; & questo facendo, non nascerà più odio nè scandali che nati siano.
Et perchè si dicie che ad aguistare uno amico si puone molti anni, et però è bene che li amici della vostra voluntà si mantegnino, con volerli in quelle cose che per loro fare si può operarli, però che Dio ci diè exemplo che a quelli che funno del suo volere fecie grande utile, ben dico che si riguardi a quello a che l’amico è buono, conservandolo per quel modo che i buoni amici conservare si denno. Et questo vasti perchè sete intendenti; & perdio si guardi che coloro i quali sono vostri contrarii non abbiano quella gloria che vegano dal vostro corpo partire alcuno dei vostri membri, ma sempre uniti col vostro corpo si preservino & così piaccia a Dio.
Moltissime volte l’uomo crede avere denari in borsa, & quelli non si trova. Et pertanto è bene che di nuovo si faccia il libro delle bandiere di tutto il corpo della ciptà, dichiarando: Martino di Piero di tal luogo, testore; cioè, mettere il nome, e ’l sopranome & l’arte & dunde tale è, acciò che voi possiate quelli praticare & vedere con quanti al bizogno l’uomo si trova, & chi sono & di che luogo; & questo mi pare sia molto di necessità di farlo al presente prima che altro si facesse; & più che tutti i consoli overo pennonieri, di facto, come alcuno della contrada, overo pennone, si partisse overo venisse in tal contrada o pennone ad abitare, notificarlo, si chè sempre si vedesse il vero; & questo gitterà buona ragione.