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DI GIOVANNI SERCAMBI 403

rare loro arti; & etiandio se alcuno fusse che partire si volesse per cagione di sospecto, lui ritenere, confortandolo che a neuno serà nè è facto iniuria; & se alcuno volesse esser pertinacie in non tornare o in volersi partire, volerlo innanti povero di fuori che riccho, acciò che con la sua richessa non possa lo stato et libertà di Lucca turbare. Et penso, che facendo così, la ciptà ritornerà in sul guadagno, & la libertà per li provvedimenti buoni si manterrà sensa sospecto, faccendo le predicte parti con consiglio opportuno.

Et perchè il consiglio generale è capacie di molti homini & à molta autorità, è bene a schifare i pericoli, et però mi pare serà bene che si faccia uno consiglio di commissari, li quali siano .xii. in fine in .xviii., segondo che parrà il meglio, li quali siano tucti di voi & di vostri voleri, in nel quale, più che uno fratello possa essere, & siano vostri in avere & in persona, secondo che voi dicernere vorrete; & questi abbiano quella autorità che à il consiglio generale, acciò che quello che per consiglio generale vincere non si potesse, overo che a voi paresse non doversi a quel consiglio mettere, si possa per questo ottenere; sicchè sempre la vostra voluntà si faccia & non più; & facendo questo, arete vostro desiderio & il consiglio generale potrà esser riformato di molti.

E simile il consiglio de’ 36 à a dispuonere & creare l’ansianatico & li offici; & però è bene che s’ abbia l’occhio di farlo con quel consiglio di commissari di balìa insieme col collegio, acciò che quelli che meritano abbiano quello sia vostro volere; & di ciò non si potre’ esser ingannato & voi & i vostri amici & il comune are’ suo debito sensa sospecto, & così si vivere’ seguro.

Dato quest’ordine per bene & utilità di comune, & serà contentamento di tucta la ciptadinanza & fi uno ahumiliare li animi senza sospetto, che in nel consiglio generale & in nel consiglio dell’ambundantia & fondaco, camarlinghi & richiesti a consigli, salvo che in cose segrete & sospette, si richiegano & mettansi generalmente tucti i ciptadini, acciò che non paia in tucto dalli honori di Lucca exclusi; sempre avendo l’occhio all’oficio dell’ansianatico, conductieri, gonfalonieri, vicari di Pietrasanta, Mon-