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402 NOTA AI GUINIGI

possa contra vostra voluntà romore levare, nè atentare, nè vostro stato corrumpere.

E veduto che quelli comfinati li quali di fuori sono, sempre atentano male per la libertà nostra, è bene che si provegha, quelli che sono perfidi nimici & homini di sospetto, che di nuovo si faccia a’ predicti dare pagaria d’osservare le comfini a piacimento de’ signori, & rimutare da Vignone in Napoli, di Vinegia in Ispagna, & così di luogo in luogo, sì che non potessero nuocere; avendo sempre l’occhio di non metterli in luogo, che per amicitia alcuno signore contra di noi potesse litigare; & se li avenisse che tali comfini & pagarie ubidire non volessero, infine avale tucti i beni mobili & immobili mettere in comune, & fare di facto & publicarli ribelli del nostro comune.

Da poi, veduto tucti quelli che ubidisseno, in tucti loro beni rimetterli & a neuno iusta vostra possa lassare fare iniuria, ma ugnuno colle suoi arti & mestieri si regha; però che tenendo i modi honesti, così di quelli che sono ora contrari come di quelli che sono amici & bene che ugnuno stia contento al dovere & alla ragione, & faccendo cosi Dio ne farà di meglio.

Et perchè la paura della morte raffrena i ma’ pensieri, è bene che chi volesse esser ribello del nostro comune & dispregiasse i comandamenti del bene vivere & del vostro volere, che si provegha che qualunqua persona si fa ribello del nostro comune, sia & esser possa ucciso, preso & derubato in avere & in persona, & chi tal ribello rappresenterà al comune, abbia fiorin &c. & chi lo darà morto overo che quello uccida, abbia &c. Penso che questo timore farà ognuno star contento di vivere pacifico & ubidire a’ vostri comandamenti, avendo sempre l’occhio a chi merita essere in bando, ribello, comfinato, overo facto tornare; & questo si notifici per bando publico per tucta la ciptà & contado di Lucca.

E fatto questo, serà bene, acciò che la nostra ciptà non vegna meno di mercadanti nè d’artefici ciptadini nè contadini, che si vedesseno tucti quelli che senza colpa si sono partiti della ciptà & del contado, et quelli overo le loro cose istringere che infra certo tempo dovessero tornare a Luccha & quine adope-