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774 nota bio-bibliografica


L’iniziativa di pubblicare le Croniche fu presa invece molto tempo dopo, in pieno clima risorgimentale, dalla direzione dell’«Archivio storico italiano», subito dopo la sua fondazione nel 1842 da parte del Vieusseux, che ne affidò l’incarico a Girolamo Tommasi, allora direttore dell’Archivio dello Stato di Lucca. Il Tommasi si accinse all’impresa scrivendo come introduzione alle Croniche il suo Sommario della storia di Lucca1; egli però morí nel 1846 senza poter condurre a termine l’opera, e, quattro anni dopo, trasformatosi l’«Archivio storico» in periodico, il progetto venne abbandonato. Pare che intorno allo stesso tempo, e precisamente nel 1848, l’idea di portare alla luce le Croniche sia venuta anche ad un altro illustre storico lucchese, il Mazzarosa, senza però che il progetto trovasse seguito2.

Finalmente, la sezione lucchese della Deputazione di storia patria per la Toscana l’Umbria e le Marche avanzò la proposta di pubblicare le Croniche all’Istituto storico italiano, il quale nel 1866 decideva di assumersi l’impresa affidandone l’incarico a Salvatore Bongi, anch’egli direttore dell’Archivio dello Stato di Lucca. Le Croniche apparvero dunque nel 1892 in un’ottima edizione in cui poterono financo essere incluse le riproduzioni a disegno delle miniature che illustrano il primo codice. L’opera occupa i voll. 19, 20 e 21 delle «Fonti per la storia d’Italia»; i primi due di essi sono dedicati al contenuto della prima parte delle Croniche, mentre il terzo è occupato dalla seconda parte assieme agli indici ed ai glossari3.

Il Sercambi cominciò a scrivere le Croniche all’età di vent’anni, nel nel clima entusiastico del 1368, quando le speranze dei lucchesi di scuotere il giogo pisano cominciavano a diventare realtà. Egli cominciò appunto registrando i documenti che consacravano la liberazione di Lucca. Solo più tardi si accorse che quegli avvenimenti non potevano rimanere isolati dal resto della storia lucchese durante il secolo xiv e vi aggiunse, quasi come introduzione, una parte che narra gli avvenimenti importanti nella storia di Lucca e della Toscana a partire dal 1335, l’anno cioè

    del cod. delle Croniche, che qualche volta giunse anche ad assumere dei toni comici, si v. la pref. cit. del Bongi, pp. xxxvi-xli, e lo studio di C. Sforza, L. A. M. e la Repubblica di Lucca, in «Memorie della R. Acc. delle Sc. di Torino», lvii (1907). pp. 227-68.

  1. Cfr. la pref. di C. Minutoli al Sommario (che uscì appunto nel 1843, come vol. x dell’«Arch. stor. ital.»), pp. xx-xxi.
  2. La notizia è data dal Renier, nella sua pref. alle Novelle inedite di G. S. cit., p. xxv, n. 3.
  3. Sull’ed. del Bongi, si v. la recensione del Renier, in «GSLI», xxi (1893), 157-60, e quella di G. Rondoni, in «Arch. stor. ital.», xii (1893), 424-35.